Cari soci e cari amici di “Salviamo la Rocca”,
sono passati tre anni dalla Fondazione della nostra Associazione.
Lunedì 27 aprile si rinnoveranno le cariche sociali per la prima volta. L’assemblea dei soci eleggerà un nuovo consiglio direttivo, che a sua volta nominerà al proprio interno il presidente dell’associazione e le altre cariche.
Faremo il punto della situazione e capiremo cosa abbiamo fatto di concreto finora. Sarà anche doveroso – lo dico avendo fatto il presidente di questa associazione per 3 anni – capire cosa si poteva fare meglio.
Quando l’associazione è nata, un primo obiettivo lo aveva già raggiunto: mettere insieme tutte le associazioni e le realtà del paese (circoli, comitati, parrocchia e chi più ne ha più ne metta). Un’impresa storica (e stoica)! Solo la Rocca poteva riuscire in questo.
In tre anni, l’associazione si è consolidata e ha fatto sentire la sua presenza sui giornali, nelle istituzioni, fra la gente. La vicenda della Rocca adesso è conosciuta davvero da tutti.
Perché lo facciamo? C’è sicuramente una componente idealistica. Ma perché negare che c’è anche un aspetto molto concreto? “Ci conviene” che la Rocca sia recuperata. Conviene a chi ha una casa, o un’attività o a chi vorrebbe aprirla. Conviene a chi ha un circolo, un’associazione, un’ente che vive per e con e grazie al territorio.
Ci conviene per evitare il degrado del paese, il suo abbandono. A Ripafratta ci sono condizioni di insicurezza, microcriminalità, difficoltà di integrazione, mancanza di spazi, di parcheggi, di servizi, di decoro. Noi crediamo che la soluzione della questione della Rocca porterebbe con sé una riqualificazione del paese intero. Non abbiamo molte altre possibilità, sapete? Ci potranno essere interventi-tampone: una buca sistemata, una panchina in più, un lampione installato. Ma questo non basterà a salvarci. Scivoleremo sempre più nell’abbandono. Solo un intervento grande e rivoluzionario come quello per la Rocca potrà salvarci.
La presenza di visitatori obbligherebbe a pensare a parcheggi, al decoro, all’aspetto estetico. La presenza di operai, tecnici e professionisti per un eventuale restauro porterebbe soldi a chi ha un’attività in paese. La possibilità di gestire una struttura del genere, una volta recuperata, porterebbe lavoro per un certo numero di persone, oggi magari disoccupate o senza prospettive.
E adesso siamo in una fase delicatissima. Grande soddisfazione per i passi avanti compiuti, per l’accordo trovato con i privati. Eppure, la consapevolezza che ancora questo accordo è fragile, che le insidie sono tante e che tutto potrebbe ancora fermarsi. Stavolta per sempre.
Ecco perché abbiamo bisogno del vostro aiuto, e perché vi chiediamo di aderire all’associazione e di venire a darci (e darvi) una mano.
Solo la Rocca può salvarci, e questo è il momento in cui siamo più vicini a salvarla. Se si salva lei, ci salviamo tutti, il paese, il territorio, i suoi abitanti.
Il suo destino è legato al nostro, che ci piaccia oppure no. Non arrendetevi al degrado, all’abbandono, all’inevitabilità delle cose. La soddisfazione che verrà dopo sarà impagabile. Noi tutti lavoriamo e tiriamo avanti in attesa di quella soddisfazione. Nei prossimi 3 anni ne vedremo i risultati, sono sicuro. A lunedì prossimo.
Francesco Noferi
presidente associazione “Salviamo la Rocca”
Contatti: info@salviamolarocca.it, pagina Facebook “Salviamo La Rocca di Ripafratta” o Twitter @salviamolarocca.
La foto in apertura è di Valentina Pardi